w.i.p.
Nuovi cantieri in corso, nuovi studi che prendono forma.
Milano, Pescara, Venezia, Albinia, Genova…
Persone (falegnami, impiantisti, elettricisti, muratori, etc.) alcuni dei quali mai visti prima lavorano ad un progetto condiviso…
In ogni studio c’è un pensiero sviluppato al tavolo, in autostrada, sul computer, su un tovagliolo…
Tutto piano piano arriva a farsi toccare… fino a poco prima tutto era nella testa, in deposito, un albero, una pietra.
Vedere crescere un cantiere è sempre durissimo e poetico nello stesso istante. Ogni momento può dare inizio a nuovi imprevisti e direzioni inesplorate, bisogna essere in grado di cambiare rotta se necessario, bisogna ascoltare tutti ma poi prendere una decisione, non bisogna perdere la poetica generale del progetto, bisogna continuamente pensare alla musica, alla luce e alle due cose insieme, e poi ad un sacco di altre cose che si sentono ma che è difficile vedere.
Lo studio di registrazione migliore è quello che non sembra uno studio ma un’altra cosa. O casa.
Me ne sono reso conto visitando gli Abbey Road Studios, dove c’è quel senso di vagamente abbozzato anche se non è vero. E’ semmai tutto pronto per essere stravolto e usato.
Per arrivare a tanto bisogna rinunciare a tante linee troppo pensate e poco sentite in fondo.
Fra un paio di mesi ci dovrebbero essere un po’ di studi nuovi dove fare musica nuova.
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