flume studio

Signal to Noise Ratio

Succede sempre così. Ogni volta che riesco ad abbandonare i pensieri per un po’ (è una non-azione il lasciare andare), arrivano come per incanto le idee migliori.
I pensieri in fondo non si auto-alimentano più di tanto e non hanno tutto quel potere che pensiamo che abbiano.
Ma perché io sia in grado di abbandonare i pensieri (spesso ricorrenti) occorre, almeno nel mio caso, almeno in questo caso, stancarsi molto. Si tratta di una stanchezza “completa”, che investe tutto di me.
Sono alcuni giorni che dormo pochissimo, qualche ora per notte, mille cose in testa.
Stasera ero sul treno, salito un attimo prima, e poco dopo già dormivo seduto e storto su quel sedile per nani.
In quei minuti lunghissimi di sonno non ho sognato perché non ce n’era più bisogno in fondo, non c’era nulla da dire o da fare. Solo rilassare i pensieri e il corpo, un po’, attraverso il sonno, questa volta.
Al risveglio i pensieri erano ancora calmi, come soffioni di tarassaco quando non c’è vento, per terra, tutto in un equilibrio instabile, calmo e all’erta.
In quel breve momento, taac, è arrivata un’idea per uno studio che sto disegnando, e dire che erano almeno un paio di settimane, no di più, che ci stavo “pensando”.
In realtà fino a quel momento il mio pensiero aveva generato solo moti turbolenti, un rincorrersi di immagini tipo domino, nulla né di veramente logico né di veramente sul pezzo.
Ma la stanchezza grazieadio ad un certo punto arriva e ti impone di fermarti, a suo modo; e quello che succede attraverso questa resa non è la sconfitta ma il dono della ricezione.

domino

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