dieci domande per me (posson bastare)
Una settimanella fa è uscita questa sorta di intervista su “Lombardia Oggi”, inserto della Prealpina.
Qui sotto la versione integrale, che per ragioni di limite di battute, è stata “potata” qua e là.
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1_ La località del Varesotto che lei ama di più?
Il Sacro Monte e il Campo dei Fiori, per tante ragioni, anzi per tante non-ragioni…
Il primo è un posto fuori dal tempo e …fuori luogo, in tutti i sensi. Ha un potere reale di calmare e di svuotare e di farti sentire nel posto in cui sei… Sei a mezz’ora dalla “maddy crowd” ma lì non arriva nulla di quelle tensioni. E’ un rifugio e un trampolino.
Il secondo invece mantiene sempre quella dimensione da “into the wild”, è meno “umano” ma fa sentire bene la dimensione umana, umanamente piccola. In un certo senso ha lo stesso potere del Sacro Monte, anche se, almeno “ufficialmente”, non è così sacro…
2_ E quella che invece odia?
Cerco davvero di non odiare nessuna terra, come si potrebbe? Siamo in debito costante con ogni granello… un granello che oggi calpesti magari un milione di anni fa o solo l’anno scorso era in Africa, o in America prima di Colombo…
3_ Dove va a cena?
A casa o da amici, al limite a qualche pizza take away per poi tornare a casa… in effetti è molto raro che a Varese si esca per cena, i bambini non hanno bisogno di queste cose per grandi, loro sentono molto più forte il focolare, e a dir la verità anch’io. Se però dopo un concerto è tardissimo e abbiamo fame, beh, si va alla Capri, anche se non si chiama più così.
4_ Dove fa shopping?
Shopping è una di quelle parole che mi fanno pensare male del genere umano.
Se lo traduci vien fuori comprare, né più né meno e cade tutta l’illusione della cosa in sé. Lo shopping è una malattia di questi tempi così “moderni”. In ogni caso le cose che mi servono e che voglio acquistare (libri e dischi e nondischi) le trovo su Amazon, iTunes, nelle bancarelle del mercato, alle sagre.
5_ Una sera fuori (teatro, musica, cabaret): Varese o Milano?
Musica (tanta), cinema (quando si può) e teatro (meno) ovunque càpiti, ovunque sia possibile una risonanza…
6_ Lo scenario ideale per una dichiarazione d’amore?
La rocca di Angera (…Angera rocks).
7_ La strada più suggestiva da percorrere in auto?
La A8 alle 3 di notte, senza tutor. E nell’autoradio qualsiasi cosa che spieghi il viaggio a modo suo, Bruce (sto pensando ai suoi fiumi, a “Born to Run” (con accenni all’ultima strofa, che spesso mi fa pensare)…), ma anche Miles, il Jova, i Radiohead, o…
Una notte – finito di suonare a Verbania tardissimo, giro del lago per tornare – “of the girl” dei Pearl Jam ad un volume bassissimo. Io sempre più piano per non arrivare prima che la canzone fosse finita (per la 5^ volta). Sono arrivato secondo.
8_ La strada più brutta?
La A8 alle 5 del pomeriggio. Con o senza tutor
9_ Il più grande pregio della provincia?
Essere a metà tra tante cose, essere sulla frontiera di qualcosa, in potenziale contatto con tutto. Questa cosa la rende frizzante. E poi tutto quel verde e questi 7 laghi (anche se, quando li conto, arrivo a 6). C’è una potenza sconosciuta… In certi punti e in certi momenti ti potrebbe dire che sei, chessò in Canada, e ci dovresti credere.
10_ Il più grande difetto?
Essere a metà tra tante cose… E’ una città di provincia e non perde quasi mai l’occasione di rivelare quanto sia provinciale.
Me ne sono andato spesso, ma poi ritorno (a volte). Ma i miei migliori amici sono qui e quindi non posso che esserle riconoscente.
Professione: ingegnere acustico [www.paini.eu]: preparo lo spazio per ospitare la musica. Più o meno musicista (dall’89 suono con il Distretto 51 e dal ‘91 con mio fratello Gogo, negli Apple Pirates).
Età: l’anno scorso 39
Sposato con la Madda, ho due bimboni, Adele (6) e Giorgio (4)
Abito a Induno Olona, almeno per il momento, visto che è la casa #7 (come i laghi).
Nella foto sopra il risultato della potatura…
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